L’avventura culturale dei motori ad acqua si è attenuata, dopo oltre duemila anni, con l’avvento della macchina a vapore, nella metà del 1700, con la quale è stato possibile ottenere un moto rotatorio sotto la pressione del vapore, anziché sotto la pressione dell’acqua in movimento. Con l’invenzione della dinamo nel 1866 e del motore elettrico si sono diffuse le centrali elettriche a vapore, a partire dagli anni Ottanta dell’Ottocento.
A questo punto si ha una specie di resurrezione dell’interesse per l’energia idrica; quelle ruote che azionavano i mulini e le segherie con il moto dell’acqua possono essere applicate ad azionare dinamo e a produrre energia idroelettrica.Tre importanti figure di inventori e scienziati figurano nel perfezionamento delle turbine che portano i rispettivi nomi: l’americano Lester Pelton (1829-1908), l’inglese James B. Francis (1815-1892) e l’austriaco Viktor Kaplan (1876-1934) che nel 1913 ha inventato la turbina usata ancora oggi.
Una nuova resurrezione dell’energia idroelettrica è prevedibile adesso nel quadro della politica di incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili, fra le quali, al fianco dell’energia solare ed eolica, è indicata la generazione di elettricità con minicentrali capaci di utilizzare piccoli salti di acqua e piccole portate, proprio come facevano i vecchi mulini ad acqua, ma oggi con moderne turbine e dinamo.
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